IL PRIMO PASSO PARTE 1
Il presente scritto nasce dalla necessità di far comprendere ad un mondo, quello agricolo, le possibilità che la tecnologia gli riserva, nonché quante esse siano e quali vantaggi possa trarre da essa, tuttavia è necessario prestarvi la debita attenzione e pianificare le proprie strategie.
Questo lavoro pertanto è un primo passo per avvicinare un mondo, quello agricolo, all’universo doganale.
Il Codice Doganale dell’Unione Europea, o CDU come lo chiamiamo noi addetti ai lavori, offre moltissimi spunti per gli imprenditori che lo sappiano utilizzare nel modo corretto.
Il mondo agricolo si è spesso disinteressato di aspetti quali la vendita diretta, ora grazie alla tecnologia tutto ciò è possibile, evitando così gli intermediari e massimizzando i profitti.
Gli aspetti che illustrerò in questo nostro viaggio consentiranno alle imprese di maneggiare il mondo doganale e non solo. Cercherò inoltre di tratteggiare ed illustrare aspetti e tematiche che apparentemente sono distanti ma in realtà sono strettamente collegate.
L’intento è quello di far apprezzare agli imprenditori agricoli i vantaggi di saper utilizzare alcuni strumenti tecnologici, facendo attenzione a non perdersi in norme e procedure.
Il progetto di una certificazione AEO per l’agricoltura o meglio del mondo imprenditoriale agricolo nasce dalla consapevolezza che il futuro dell’agricoltura passa, a sommesso parere dello scrivente, dall’export. Un export che sia indipendente il più possibile, evitando gli intermediari di ogni sorta e tipo.
Per fare questo è necessario attrezzarsi sin da subito, avendo come obiettivo il massimo che la norma ci metta a disposizione. In ambito doganale il massimo della certificazione è dato dalla CARTIFICAZIONE AEO.
La domanda che molti si pongono, almeno tra gli addetti ai lavori è la seguente:
“COME E’ POSSIBILE CERTIFICARE UNA IMPRESA AGRICOLA AEO?”.
È questo che cercherò di analizzare e spiegare in questo scritto, che è anche un lungo viaggio.
Tutte le attività, dalle più semplici a quelle più complesse sono caratterizzate da una serie di azioni, attività, che nel loro insieme sono definite procedure, l’export non è esente da questo insieme di cose.
L’export di prodotti agricoli ricalca in molti casi la stessa metodologia di vendita di prodotti sul territorio nazionale, con la sola differenza che in caso di export questi varcano un confine. Prima di addentrarmi in una disamina assai complessa partirò con alcune definizioni che assai spesso vengono fraintese o ma veicolate.
Cosa si intende per export?
Nella maggior parte dei casi le persone comuni associano tale termine alla semplice uscita delle merci da territorio italiano, in realtà le cose non stanno esattamente così.
Per export si intende l’uscita dei beni dal territorio dell’Unione Europea, pertanto se invio una forma di parmigiano in Svizzera avrò una esportazione, se la mando in Francia No!
Ergo chi vuole accingersi ad iniziare tale avventura deve essere ben consapevole delle proprie competenze e perchè no? Anche i propri limiti.
Definito quindi cosa si intende per export è bene tornare alle procedure per mettere in atto tale operazione imprenditoriale.
Per prima cosa è opportuno analizzare come un imprenditore agricolo deve iniziare ad approcciarsi ad un mercato mondiale, dando come scopo il raggiungimento della CERTIFICAZIONE AEO.
A E O è un acronimo dall’inglese che significa Operatore Economico Autorizzato, ed è stato pensato per le aziende e non per le imprese agricole, questo perchè tradizionalmente le imprese agricole si sono sempre rivolti ad intermediari per la vendita dei loro prodotti.
Oggi, grazie alla tecnologia, è possibile vendere direttamente i nostri prodotti all’altro capo del mondo, tagliando fuori in tal modo soggetti terzi a tutto vantaggio del guadagno dell’azienda agricola.